Passione, perseveranza e printmaking

Passione e perseveranza sono due elementi necessari per perseguire qualsiasi attività, ma particolarmente importanti in printmaking, l’arte dell’incidere e dello stampare intesi come momenti complementari di un medesimo
procedimento che richiede un impegno e una partecipazione protratti nel tempo. È la forma d’arte dell’uomo che corre le lunghe distanze, non i cento metri.
L’esplosione dell’energia creativa, nella fase aurorale
dell’ispirazione, non è sufficiente a portare a compimento un’immagine attraverso il labirinto del metallo, dell’acido, del colore, della carta implicati e interagenti nell’evento incisorio. La tecnica si prefigura come un viaggio affascinante che offre continue scoperte formali e possibilità linguistiche. Mantenendo l’emozione dell’idea iniziale, lungo l’insidioso percorso formatore, ma disciplinandola con il controllo critico dello sguardo, l’intuizione (sensazione) si trasforma in conoscenza e in azione, e viceversa.
Inoltre, se l’idea iniziale pertiene, come in questo caso, a una sostanza così fluida quale è l’acqua, il viaggio si complica ulteriormente.
Come rendere un elemento così effimero e mobile - incessante trasformazione di
luce e colore - in un’immagine statica e bidimensionale, e riuscire comunque a trasmettere l’impressione e il concetto del moto ritmico del tempo?
Utilizzando l’incisione a più lastre, una tecnica molto affine, nella sua intima struttura, alle dinamiche proprie ai concetti di trasformazione, mutazione, modificazione, permutazione, modulazione, variazione e ogni altra
azione che implichi tempo, Giovanni Greppi raggiunge lo scopo.
L’incisione a più lastre differisce dalle altre forme d’arte bidimensionale in quanto tecnica aperta che consente ripensamenti e parziali modificazioni
in corso d’opera, dovute anche al caso o all’azione chimica degli acidi. Nel continuo moto del costruire e smembrare l’immagine, del vedere in negativo i segni, invertendo il bianco e il nero, e in positivo l’immagine le cui forme
pulite diventano colore, l’artista acquisisce una tale familiarità con il processo formatore, di cui assimila con ricchezza di percezione ogni momento e dettaglio, da divenire intimamente parte dell’opera.
La ricerca nell’ambito della mutazione della materia, che trova una suggestiva esemplificazione nell’elemento liquido, ha condotto Giovanni Greppi a printmaking. Egli è entrato in questo mondo dell’incisione a più lastre con passione e perseveranza, pienamente accettando l’enigmatica sfida di tradurre la propria visione poetica da una rigida matrice metallica alla malleabile carta, con un’immagine che dà la sensazione della fluidità e del movimento in un tempo divenuto dimensione della mente.

Swietlan Kraczyna